Homepage / database / La cooperazione decentrata delle regioni italiane




La cooperazione decentrata delle regioni italiane

L'impegno internazionale degli enti locali italiani ha svolto, negli ultimi anni, un ruolo di assoluto rilievo nella regione balcanica. La prossimità geografica e le crisi degli anni '90 hanno fatto del sud-est Europa una regione verso la quale la cooperazione decentrata italiana ha indirizzato numerose energie e risorse; inoltre, negli anni '90 l'attenzione della cooperazione allo sviluppo si è rivolta con sempre maggiore interesse verso le tematiche dello sviluppo locale. In questo quadro, gli enti regionali, provinciali e comunali italiani hanno promosso iniziative di cooperazione allo sviluppo e di cooperazione economica che li hanno messi stabilmente in relazione con soggetti omologhi dell'altra sponda dell'Adriatico

Gli ultimi 15 anni hanno rappresentato una sperimentazione, un laboratorio di esperienze ed innovazioni elaborate sul campo che hanno promosso nuove forme di solidarietà internazionale. La cooperazione decentrata, infatti, propone percorsi innovativi sia in termini di modalità, sia di contenuti. Nelle modalità, si privilegiano programmi d'area pluridimensionali piuttosto che proposte settoriali; interventi graduali di lungo periodo piuttosto che progetti di breve durata; si coinvolge un numero ampio di attori mettendo in relazione tra loro governi locali, soggetti della società civile, della ricerca, dell'accademia, così come del settore produttivo privato.

Tuttavia, è soprattutto nei contenuti che la cooperazione decentrata si differenzia dalla cooperazione 'tradizionale': lungi dal limitarsi ad un semplice trasferimento di competenze o risorse finanziarie dal Nord al Sud (o Est) del mondo, la decentrata costruisce un partenariato mutualmente proficuo, facendo della reciprocità il proprio valore fondamentale. I territori meno sviluppati del Sud e dell'Est diventano allora i mediatori grazie a cui i soggetti partecipanti del Nord prendono coscienza della loro capacità di sensibilizzare e mobilitare il proprio territorio, promuovere l'educazione allo sviluppo e alla pace, rivitalizzare i legami sociali, sostenere modelli partecipativi di democrazia e perfino rappresentare una vera e propria scuola di impegno politico. A più di un decennio dall'avvio delle prime iniziative promosse dalle Regioni italiane, si pone oggi l'esigenza di un ripensamento e capitalizzazione degli sforzi avviati e di un rilancio di queste esperienze al fine di costruire rapporti e relazioni stabili con quei territori, in un'ottica di co-sviluppo.